Non solo ha risollevato la testa, riguadagnando il terreno perduto a causa della crisi pandemica, ma si sta rivelando più composito e diversificato rispetto al passato, sia in termini di offerta – con l’avanzare di nuove mete la cui brand identity si sta rafforzando molto velocemente all’estero – sia per quanto riguarda la componente internazionale di clientela. L’incoming italiano è un settore resistente e mutevole e a cercare di tratteggiarne le diverse sfumature è stato Visit Italy, il canale di promozione indipendente dell’Italia nel mondo, che ha lanciato il primo report dell’Osservatorio turismo, con un focus sul turismo del futuro.
Il quadro attuale
Allo stato attuale il numero di pernottamenti in Italia nel 2023 si è attestato su poco più di 427.056.000, il 3,53% in più rispetto al 2022. La provenienza dei viaggiatori in Italia è vasta e diversificata: in cima alla classifica abbiamo i turisti tedeschi, con 61 milioni di presenze, seguiti dagli americani con 15 milioni.
Fin qui il bilancio, ma l’analisi di Visit Italy sul futuro dell’incoming parte da una considerazione incoraggiante: l’81% dei viaggiatori globali prevede infatti di effettuare un numero maggiore o uguale di viaggi nel corso di quest’anno, mentre il 42% è convinto che viaggerà di più. L’intenzione a uscire dai confini nazionali è, dunque, preponderante e, secondo l’Unwto, l’Italia è al quinto posto tra le destinazioni al mondo per arrivi turistici.
I mercati emergenti
L’inizio del 2024 si preannuncia, dunque, molto dinamico: sebbene i viaggiatori tedeschi restino al primo posto, registrano negli arrivi un lieve calo dell’1,7%. Gli americani, invece, si confermano seconda forza, con un aumento del 5,3%. Anche dal Regno Unito e Francia vi è un buon incremento, rispettivamente del 7,5% e del 6,9%. Accanto ai mercati consolidati, si stanno facendo però strada anche altre componenti come, dall’Europa, quella scandinava mentre, sul lungo raggio, l’incoming sta assistendo al grande ritorno di turisti che si erano affacciati sul nostro Paese nel pre-pandemia, per poi venire del tutto a mancare con la chiusura delle frontiere: Brasile e Australia ne sono due esempi significativi.
Le città d’arte si confermano come scelta principale dal 46,8% di turisti in Italia, seguite dalle città di mare con il 17,3%; le aree montane attirano il 12,3%, mentre il 2,3% sceglie altre destinazioni. Ed è proprio su quest’ultime che, poco alla volta, si accendono i riflettori.
Intendiamoci, le nuove mete non sono ancora in grado di scalzare dal podio le grandi città d’arte, ma la diversificazione è in atto e la prova è nelle nuove intenzioni di viaggio soprattutto dei più giovani. In ogni caso tra le attrazioni più scelte nel 2023 c’è una chiara preferenza per i gioielli culturali italiani, tra cui svetta al primo posto il Palazzo Ducale di Venezia, seguito dal Parco Archeologico di Pompei e dal Parco Nazionale del Vesuvio. Tra le destinazioni più cercate sulla piattaforma di Visit Italy al primo posto si piazza Roma, seguita da Genova e Firenze.
Voglia di novità
I viaggiatori, tuttavia, aspirano a provare esperienze turistiche uniche, che diano loro la possibilità di vivere appieno la cultura locale e di esplorare gemme nascoste o poco conosciute. L’89% degli intervistati vorrebbe viaggiare verso destinazioni che non ha mai visitato prima d’ora; il 79% dei Millennials e Gen-Z aspira a partecipare a una giornata tipo nella vita degli abitanti che sta visitando ed infine il 68% dei viaggiatori è contento di conoscere luoghi di vacanza meno conosciuti prima che diventino popolari.
A questo proposito Visit Italy ha individuato le mete da non perdere quest’anno, destinazioni che si distinguono per essere un’alternativa al turismo di massa. La classifica include Messina; Isola di Sant’Antioco, Gaeta, Bari, Rocca di Mezzo e il Parco Naturale Sirente Velino; Courmayeur; Maranello e la Motor Valley; Sorano; Mantova e, infine, Tropea.
Ttg Report